Raccolta di memorie istoriche delle tre provincie degli Abbruzzi
dell’Arcivescovo di Matera D. Antonio Lodovico Antinori
1781-1783
Edizione integrale - quattro volumi in uno
a cura di Riccardo Condò
Marzo 2021
Collana Materiali/2
pp. 780 b/n illustrato
formato mm 210 x 297
ISBN 9788897028932
euro 45,00
spedizione gratuita
Marzo 2021
Collana Materiali/2
pp. 780 b/n illustrato
formato mm 210 x 297
ISBN 9788897028932
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Gli Abruzzi sono stati ritenuti a lungo una terra misteriosa, di collocazione geografica incerta e di costumi particolari. Storici, scrittori e poeti ne hanno spesso parlato, rifacendosi a fonti di seconda mano e, alle volte, poco affidabili.
Antonio Lodovico Antinori, erudito di origini aquilane, fece della ricerca storica lo scopo della sua vita e i suoi scritti costituiscono la pietra miliare di chiunque desideri ripercorrere le vicende millenarie di questa regione.
I quattro tomi della “Raccolta di memorie istoriche delle tre provincie degli Abruzzi” furono pubblicati negli anni a cavallo tra il 1781 e il 1783, poco dopo la morte dell’autore. A distanza di oltre due secoli, vengono ora riproposti in questa nuova edizione, la prima dopo l’originale stampata in Napoli da Giuseppe Campo.
Antonio Lodovico Antinori (L’Aquila, 24 agosto 1704 – L’Aquila 1° marzo 1778) fu uno storico, epigrafista ed ecclesiastico. Trascorse gli anni della gioventù a Napoli, città nella quale studiò sotto l’egida di Celestino Galiani, per poi tornare nella sua città natale dove si dedicò agli studi e alle ricerche storiche, in particolare sugli Abruzzi.
Il Muratori ebbe modo di apprezzarne il lavoro e inserì alcuni suoi scritti e una sua storia dell’Aquila nelle Antiquitates Italicae Medii Aevi, VI, Mediolani 1742, e una raccolta di iscrizioni inedite nel Novus thesaurus veterum inscriptionum, sempre nel 1742. In quegli anni, terminato il suo ritiro spirituale presso l’Oratorio di San Filippo Neri, ricevette da Papa Benedetto XIV l’incarico di responsabile della Biblioteca dell’Istituto delle Scienze di Bologna. Purtroppo, a causa di motivi di salute dovette rinunciarvi. Nel 1745 divenne Arcivescovo di Lanciano e, successivamente, di Matera e Acerenza. La sua salute cagionevole lo spinse nel 1757 a ritirarsi a vita privata e a rientrare a L’Aquila, dove si dedicò a tempo pieno agli studi. Morì nella sua città natale nel marzo del 1778. I suoi manoscritti sono conservati presso la Biblioteca Provinciale dell’Aquila e sono organizzati in cinquantuno volumi in folio.
Antonio Lodovico Antinori, erudito di origini aquilane, fece della ricerca storica lo scopo della sua vita e i suoi scritti costituiscono la pietra miliare di chiunque desideri ripercorrere le vicende millenarie di questa regione.
I quattro tomi della “Raccolta di memorie istoriche delle tre provincie degli Abruzzi” furono pubblicati negli anni a cavallo tra il 1781 e il 1783, poco dopo la morte dell’autore. A distanza di oltre due secoli, vengono ora riproposti in questa nuova edizione, la prima dopo l’originale stampata in Napoli da Giuseppe Campo.
Antonio Lodovico Antinori (L’Aquila, 24 agosto 1704 – L’Aquila 1° marzo 1778) fu uno storico, epigrafista ed ecclesiastico. Trascorse gli anni della gioventù a Napoli, città nella quale studiò sotto l’egida di Celestino Galiani, per poi tornare nella sua città natale dove si dedicò agli studi e alle ricerche storiche, in particolare sugli Abruzzi.
Il Muratori ebbe modo di apprezzarne il lavoro e inserì alcuni suoi scritti e una sua storia dell’Aquila nelle Antiquitates Italicae Medii Aevi, VI, Mediolani 1742, e una raccolta di iscrizioni inedite nel Novus thesaurus veterum inscriptionum, sempre nel 1742. In quegli anni, terminato il suo ritiro spirituale presso l’Oratorio di San Filippo Neri, ricevette da Papa Benedetto XIV l’incarico di responsabile della Biblioteca dell’Istituto delle Scienze di Bologna. Purtroppo, a causa di motivi di salute dovette rinunciarvi. Nel 1745 divenne Arcivescovo di Lanciano e, successivamente, di Matera e Acerenza. La sua salute cagionevole lo spinse nel 1757 a ritirarsi a vita privata e a rientrare a L’Aquila, dove si dedicò a tempo pieno agli studi. Morì nella sua città natale nel marzo del 1778. I suoi manoscritti sono conservati presso la Biblioteca Provinciale dell’Aquila e sono organizzati in cinquantuno volumi in folio.