Ripensare il territorio
La rivalutazione dello spazio fisico
per una nuova idea di coesione territoriale
di Aldo Cilli
Presentazione di Piero Fassino e Luciano Lapenna
Prefazione di Roberto Mascarucci
Collana Strumenti
Marzo 2016 - pp. 372 - 58 tavole a colori
ISBN 9788897028222
euro 30,00
Spedizione gratuita per l'Italia
La rivalutazione dello spazio fisico
per una nuova idea di coesione territoriale
di Aldo Cilli
Presentazione di Piero Fassino e Luciano Lapenna
Prefazione di Roberto Mascarucci
Collana Strumenti
Marzo 2016 - pp. 372 - 58 tavole a colori
ISBN 9788897028222
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Alcune delle tavole fuori testo
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La recente “riforma Delrio” degli enti locali, ispirata anche dalla pressante esigenza di contrazione della spesa, ha demandato alle Regioni il compito di legiferare per individuare, in ambito locale, criteri più efficaci nel determinare processi di associazionismo tra municipi. Il rischio da scongiurare, ora, è che norme locali inadeguate si ispirino a meri criteri quantitativi, tali da realizzare “fusioni a freddo”, decise in remoto, invise alle comunità locali poiché non aderenti ai bisogni del territorio. Una riuscita riorganizzazione dell’assetto spaziale/dimensionale e funzionale/organizzativo delle autonomie locali ed, in particolare, dei comuni, specie nelle aree interne, invece, potrebbe contribuire alla ripresa economica del paese tornando a valorizzare quell’Italia minore, chiamata alla sfida della sopravvivenza e, quindi, della competitività. Il presente lavoro vuole farsi strumento dialogico di aiuto alla decisione indagando, a partire da una sperimentazione condotta nel Centro Abruzzo, la possibilità di legare un’efficace ristrutturazione degli enti locali sia ad un’adeguata riconsiderazione pluri-direzionata di fattori fisico-spaziali, sia ad una complessiva re-interpretazione mirata, alle varie scale, dello schema di “funzionamento” del territorio.
Aldo Cilli, Architetto, Dottore di Ricerca in Urbanistica, già Professore a contratto presso il corso di Laurea in Urbanistica Sostenibile dell’Università G. d’Annunzio Chieti/Pescara, si occupa di pianificazione urbanistica, territoriale e strategica e della progettazione e realizzazione di opere pubbliche. È stato consulente, per gli aspetti territoriali, dell’Agenzia Governativa Invitalia, nell’ambito del P.O. di Advisoring agli studi di Fattibilità. Ha partecipato alla redazione di alcuni piani territoriali ca- ratterizzati dall’approccio strategico. È autore di alcuni saggi che approfondiscono i temi della redazione degli Studi di Fattibilità, della valutazione ex ante degli effetti territoriali delle decisioni di spesa pubblica, della pianificazione spaziale alle varie scale. Ha redatto, da progettista, la variante al PRG di Bucchianico (Ch) ed il nuovo PRG di Atri (Te). Indice dei contenuti Presentazione Piero Fassino Luciano Lapenna Prefazione di Roberto Mascarucci Introduzione Parte Prima Ai territori la riforma del territorio 1. L’evoluzione legislativa recente verso un’ardua “responsabilizzazione della periferia” 1.1 L’ineludibile corso della riforma (oltre l’inazione del recente passato) 1.2 I principi costituzionali come limiti per i tentativi di riforma regionali (tra vincoli reali e utili alibi) 1.3 Le inerzie corporative come subdolo antidoto avverso al cambiamento 1.4 La necessaria ed urgente adesione della dimensione istituzionale a quella territoriale 1.4.1 Giocare d’anticipo, per vincere la sfida e non subire gli eventi 1.4.2 Rilanciare la sfida, alla ricerca di autentiche convenienze, ben oltre semplici incentivi ed agevolazioni 1.4.3 Dotarsi di una visione territoriale di sviluppo condivisa 2. L’assenza del territorio nelle norme nazionali e regionali di riforma degli enti locali 2.1 Dall’aulica storia dei Comuni alla vana contro-storia dei campanili 2.2 Le alterne vicende della legislazione sugli enti locali e la progressiva frammentazione dei municipi 2.3 La carente attenzione per il territorio nella legislazione nazionale e regionale vigente 3. Oltre la questione dimensionale. Quale ruolo per i piccoli comuni? 3.1 La vera sfida della riforma. Il futuro implicito dei comuni polvere 3.2 Oltre la riduzione dei comuni: scongiurare la consunzione delle aree interne 3.2.1 Non solo ricerca della dimensione ottimale. Quale missione? 3.2.2 La coesione quale unica ricetta di contrasto al declino 3.3 Rendere i piccoli centri attrattivi e promuovere lo sviluppo locale sostenibile 3.4 La perequazione territoriale come strumento di riequilibrio strutturale 4. La ricerca della dimensione territoriale idonea per l’attuazione dei contenuti della riforma 4.1 Oltre l’idoneità delle soglie, uno sguardo accorto al territorio 4.1.1 Piccolo non (sempre) è bello 4.1.2 Necessarie “premure particolari” per territori sofferenti 4.2 La ricerca (ardua) di una dimensione territoriale ottimale 4.3 Dal “falso” problema della dimensione ad un approccio place based 4.4 Una definizione plausibile di Dimensione Locale Appropriata Parte Seconda La dimensione centrale della coesione locale. Finalità e strumenti per ripensare il territorio 1. Rileggere il territorio secondo logiche di funzionamento transcalari 1.1 La preminente esigenza di territorializzazione e differenziazione selettiva della spesa pubblica 1.2 Le Regioni come ambiti privilegiati di attuazione delle strategie europee 1.3 Reinterpretare il territorio secondo una lettura funzionale, alle varie scale 1.4 La necessaria precisazione di un appropriato livello insediativo “intermedio” 1.4.1 La “casella vuota” tra Città Metropolitane ed Aree Interne 1.4.2 La definizione di un’adeguata dimensione insediativa intermedia 1.4.3 Ricalibrare lo sguardo verso i territori marginali per una più efficace riabilitazione delle aree interne 1.5 Una ragionata caratterizzazione strategica delle diverse strutture/componenti funzionali del territorio 1.5.1 La nuova dimensione funzionale strategica delle città metropolitane 1.5.2 La centralità delle “città capaci” e la necessità di profili funzionali specifici per le diverse strutture di governo di Area Vasta 1.5.3 La coesione quale requisito indispensabile per una funzionalità minima dell’insediamento minuto 2. Il riconoscimento di Strutture Minime di Coesione Locale e di Sistemi Urbani Intermedi 2.1 Le aggregazioni come occasioni storiche per esaltare elementi di coesione locale 2.2 Strumenti concettuali utili ad interpretare tracce di coesione locale 2.3 Definizione delle Strutture Minime di Coesione Locale (S.M.d.C.L.) e dei Sistemi Urbani Intermedi (S.U.I.) 2.3.1 Strutture Minime di Coesione Locale: alcuni utili riferimenti e suggestioni concettuali 2.3.2 Verosimile definizione delle Strutture Minime di Coesione Locale 2.3.3 Una possibile identificazione dei Sistemi Urbani Intermedi 2.3.4 Il ruolo territoriale strategico dei Sistemi Urbani Intermedi 3. Criteri territoriali idonei ad evidenziare elementi di coesione locale 3.1 Strumenti idonei a ripensare il territorio, oltre il ridisegno di confini 3.2 I principi territoriali come leve per un’attuabilità concreta della riforma 3.3 Specifici elementi funzionali a delineare una dimensione locale appropriata 3.3.1 Criteri funzionali ad individuare elementi di significativa omogeneità del contesto fisico e delle relative coordinate spaziali 3.3.2 Criteri idonei a valutare aspetti rilevanti di integrazione e di interdipendenza funzionale e relazionale 3.3.3 Criteri funzionali ad individuare opportune ed elastiche soglie demografiche cui riferire eventuali processi di accorpamento 3.4 Ulteriori criteri utili a rilevare elementi di coesione (coalescenza) locale Parte Terza Il Centro Abruzzo come caso studio paradigmatico 1. Il Centro Abruzzo, “laboratorio regionale” di ristrutturazione degli enti locali 1.1. Il Centro Abruzzo: peculiarità di un territorio che domanda coesione 1.2 I (minimi) riferimenti al territorio nei principi della L.R. Abruzzo 143/97 (L. 01/13, nel testo vigente) 1.3 Una rilettura operativa della struttura funzionale del territorio abruzzese 1.3.1 La visione strategica territorializzata per una nuova idea di spesa pubblica selettiva 1.4. Il Centro Abruzzo tra reminiscenze, inerzie ed interessanti proiezioni 1.4.1 Essenziali demarcazioni preliminari 1.4.2 L’incerta traiettoria recente del Centro Abruzzo come metaforadi una debole programmazione regionale 1.4.3 Tre figure evocative per tre idee di sviluppo locale del territorio 1.4.4 “Sulmona Provincia” (la Conca Peligna chiusa in se stessa) 1.4.5 Il Centro Abruzzo come distretto dei Parchi (il cuore del Cuore Verde d’Europa) 1.4.6 La Conca Peligna come appendice della conurbazione costiera (l’affaccio a mare) 2. La sperimentazione sul Centro Abruzzo: ricognizioni ed interpretazioni 2.1 Preliminare individuazione dell’area di studio 2.1.1 Prima delimitazione (estesa) dell’area di studio 2.2 Lo studio mirato del territorio: ricognizioni ed interpretazioni essenziali 2.2.1 Descrizione accorta del modello fisico del territorio 2.2.2 Interpretazione critica delle peculiari morfologie insediative 2.2.3 Lettura mirata della struttura socioeconomica del territorio 2.2.4 Descrizione delle essenziali relazioni di interdipendenza funzionale e del modello di funzionamento del territorio 2.3 Delimitazione ragionata del Centro Abruzzo: l’area funzionale urbana di Sulmona e dell’Alto Sangro 2.3.1 Una prima delimitazione (restrittiva) dell’A.F.U. 2.3.2 Una seconda definizione meno restrittiva del Centro Abruzzo 2.3.3 Uno sguardo più ampio: la valorizzazione di elementi di coesione oltre il “recinto” del Centro Abruzzo 2.4 Il sistema dei servizi e la gerarchia funzionale urbana 2.4.1 La dotazione dei servizi e la gerarchia funzionale urbana 2.4.2 Accessibilità dai poli urbani principali e prossimità reciproca tra ambiti insediativi viciniori 3. Centro Abruzzo 2020. Oltre il campanile, una nuova idea di coesione territoriale 3.1 Le Strutture Minime di Coesione Locale nel Centro Abruzzo 3.1.1 Casauriense (Terre di Casauria) 3.1.2 Alta Val Pescara o dei Tre Monti 3.1.3 Valle Subequana o basso Aterno 3.1.4 Valle del Sagittario 3.1.5 Valle del Gizio 3.1.6 Maiella Occidentale 3.1.7 Altipiani Maggiori d’Abruzzo 3.1.8 Alta Val di Sangro 3.2 I sistemi Urbani Intermedi nel Centro Abruzzo 3.2.1 Il Sistema Urbano Intermedio della Conca Peligna 3.2.2 Il Sistema Urbano Intermedio della Piana del Sangro 3.3 La reinterpretazione funzionale del territorio, premessa per una visione strategica di riequilibrio 3.4 Verosimili scenari di ristrutturazione degli enti locali nel Centro Abruzzo 3.4.1 Il valore dialogico della proposta e la sua (eventuale) concreta praticabilità 3.4.2 La duplice “dimensione locale appropriata” di semplificazione del quadro amministrativo nel Centro Abruzzo 3.4.3 Le S.M.d.C.L. come spazi idonei per vincolanti processi di aggregazione (fusioni) 3.4.4 La coesione leggera per i S.U.I.: Unioni e Convenzioni 3.4.5 Alcuni scenari delineabili per una concreta ristrutturazione dell’attuale assetto amministrativo del Centro Abruzzo 3.5 La necessaria e urgente revisione della Legge Regionale sull’associazionismo 3.5.1 Elementi di essenziale coerenza tra gli esiti della sperimentazione ed i contenuti territoriali della L.R. 143/97, nel testo vigente 3.5.2 Spunti propositivi per un necessario aggiornamento della normativa regionale Conclusioni Bibliografia Tavole grafiche fuori testo |